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È difficile guardare le opere di Giuliano Della Casa o leggere le pagine di Ugo Cornia senza pensare a Modena. Del primo basta osservare i colori, riflesso della luce primaverile emiliana e delle sue nebbie leggendarie, apprezzare l'imprevedibilità e la giocosità del tratto, l'amore per il particolare ben fatto ma non pedante: una piazza del centro, un campanile di notte, un semplice cartello stradale o la storica secchia di Tassoni. Del secondo ascoltare l'inflessione di un parlato che entra nel tessuto della lingua e l'arricchisce in modo sorprendente, fino a renderla lo strumento e la protagonista di un racconto che è metà ricordo e metà esplosione creativa. Cornia e Della Casa sono due artisti che parlerebbero di Modena qualunque fosse il loro soggetto. Ma che cosa succede se decidono di raccontarla direttamente, la loro città? Ne nasce una Modena sorprendente e bellissima, divertente e malinconica: la modella attesa da tutta una vita.